9 novembre 2011

Wales

Siamo arrivati a Liverpool alle 23:30 e a quanto sembrava, a causa di una festività non c'erano auto a disposizione. Prima notte in aeroporto e prospettive di muoversi in autobus fino a Llanberis, un paesino sulle montagne dello Snowdonia Park. Siamo in due, come due (o chissà quanti) sono i motivi che ci hanno portato nel Galles del Nord. Io ci sono venuto per scalare, senza compagno_Fausto non arrampica, ma con una serie di friend, una di rinvii e 38 nut (qualcuno d'epoca) prestati dai soliti sponsor.


Llanberies


A Llanberis si scala nelle cave di lavagna, le slates, sparse un po' ovunque sul fianco della vallata a ridosso del paese; per un dislivello di 200 metri e 2000 di larghezza il fianco verde della montagna è stato come grattato e ora è cosparso da una colata di roccia nera, scarto dell'estrazione che fino agli anni '60 aveva occupato (e spesso ucciso) migliaia di uomini.


Arrivati in valle la sera e sistemata la tenda a Nant Peris decidiamo di scendere al The Heights, ritrovo di chi vuole bere tanta birra a Llanberis. A quanto sembra in effetti, la maggior parte delle persone che incontro sono degli scalatori ma purtroppo occupati col proprio lavoro e non c'è verso di formare una cordata. Al ritorno, facendo autostop la notte, fermiamo Stef; è qui da 4 mesi proveniente dal Belgio per scalare, vive in auto nei dintorni del paese e ha una fidanzata già sposata per i fatti suoi a Liverpool che vede poco ma lo costringe la mattina davanti alla mail. Si mantiene con l'ottimo sussidio di disoccupazione belga e conosce ogni singola slate dei dintorni. L'ultima birra per ringraziarlo dello strappo e domani si va a scalare assieme.


Vivian Quarry
Flashdance E1 5c


Finalmente mi toglierò la curiosità che ho provato fino ad ora (a momenti alterni) di capire cosa si prova a partire per una via con 30 nut e rinvii a vista e da terra: dev'essere come quando in montagna ti capita un primo tiro duro e da freddo, speri sempre di vincere il pari o dispari. Qua invece è una scelta e alla Bus Stop Quarry i ragazzi mi sembrano se non altro entusiasti: le vie sono alte 20m e le più facili sfruttano piccole fessure da dita formate da lastra più o meno grandi attaccate alla parete. Battendole fanno rumori di tamburi rotti, segno che le vie cambiano spesso ed è meglio abbondare in protezioni. Equinox VS 4c è il mio battesimo consigliato da Stef: non ci capisco ancora niente dei gradi ma sarà come abituarsi alla guida a sinistra penso.


Bus Stop Quarry

Equinox VS 4c

Piedi e mani sugli stessi appigli, o punte delle scarpe di taglio nelle fessurette: tutto il resto è scivolosissimo. E' come se gran parte della parete non esistesse, inutilizzabile e i movimenti fossero se non obbligati almeno vivamente consigliati. Il colore nero si adatta alla situazione. Ricevuto il battesimo ci spostiamo all'interno delle quarries sulla montagna per Seamstress VS 4c e Seams the Same E1 5b che può essere "sentito" come un 6a nostrano.

Le Quarries

Strana sensazione quella che si prova quando si descrive o si chiede "com'è" quella via e non "quant'è" come mi è sempre capitato fin'ora. Qui le vie non si scelgono solo con un numero dato per trasmettere la difficoltà tecnica ma soprattutto attraverso un compromesso con il proprio modo di stare in quel momento: è lo stomaco a decidere se partire e non la testa. L'attenzione è concentrata ad aumentare le possibilità di proteggersi e segue un'altra mappa; la mappa dei movimenti, invece, deve essere più lineare e fluida possibile perchè fermarsi troppo significa mettere in crisi l'attenzione e farla dubitare di se stessa. Le vie vanno osservate e sentite. My Halo E6 6b al settore Serengeti, leggermente appoggiata per 23m, mi sembra solo perfettamente liscia e improteggibile se non fosse per due spit in alto. La provo in top rope ma dopo inutili contorsioni mi stacco a 12m da terra, 3m sotto il primo spit; non riesco ad immaginare come ci si possa sentire sulla vicina The Medium di Johnny Dawes, data 8a con gradi francesi solo perchè di spit ne ha 3. Quando si parte per qualche viaggio si ha sempre dentro un'idea che ci spinge a riprodurre le condizioni tali affinchè quest'idea trovi concretezza, come una rappresentazione creata contro il succedere casuale delle cose. Le forme di Conan the Librarian E6 6b a Gogarth, The Quarryman E8 7a a Twll Mawr e The Indian Face E9 6c a Cloggy salite da Dawes sono quello che resta ed è visibile di uno stato mentale ispirato e difficilmente raggiungibile e probabilmente è proprio quello che sto cercando; un confronto con questi capolavori come modo per riprodurre la stessa ispirazione.


Cloggy

Abbasso il bicchierone di birra e succhiando la schiuma dai baffi incrocio due occhi spiritati alti 1 metro e 60. Sarà anche grazie alla birra ma quello sguardo ha come il potere di svelare un déjà vu presente da molto tempo. Mi passa vicino rapido e quando gli allungo la mano, Johnny Dawes me la stringe trascinandomi fuori, e mi smolla una cassa piena di copie della propria biografia, Full of Myself, in mano. E' abbastanza stupito della presenza di un italiano e la coincidenza che anche sua madre lo sia assieme alle birre di prima e quelle di dopo fruttano un insperato appuntamento per l'indomani per scalare assieme! Ritrovo al Pete's Eat alle 11.

Discesa dallo Snowdon

Penn y Pass

Llandudno

Purtroppo il clima a dir poco snervante della giornata successiva fornisce l'occasione a Fausto di ricordarmi che nell'economia di un viaggio di 10 giorni è arrivato il momento di spostarsi da Llanberis: direzione Anglesey. E' un'isola situata a nord del Galles, completamente ricoperta di prati verdissimi e disseminati di pecore: la strada principale la divide in due verticalmente, da sud a nord dove c'è la capitale Holyhead, ma soprattutto le scogliere di Gogarth.


Gogarth

La prima sensazione che ho provato affacciandomi è quella per cui chi scende per poi tentarle, vive come chi decide di abbandonare tutto per una scommessa, per poi affidarsi alla fortuna.
La mattina dopo passo in rassegna tutti i settori dalla South alla North Stack, dalla quale c'è una buona vista verso la possibilità che ho scelto. Britomartis HVS 4c è una via di 58 m quasi all'estremità di un promontorio nel settore Wen Zawn. Meccanicamente la difficoltà potrebbe essere tradotta come un V+, massimo VI ma forse in nessun altro posto come questo il contesto (oltre che il tipo di roccia) gioca un ruolo fondamentale; l'idea è quella di calarmi fino a pelo d'acqua, lasciare la corda e scalare.
Fisso la mezza corda attorno ad un masso incastrato e mi calo tenendola in mano; arrivo ad un terrazzo posto sulla verticale della doppia a metà parete ma mi accorgo che la corda libera si è ingroppata su se stessa. L'operazione mi prende 20 minuti, durante i quali la presenza a pochi metri del movimento inesorabile dell'oceano sembra corrodermi la convinzione di continuare. E' un facile segnale per dire di farmi un prusik e risalire? Mi siedo e cerco di concentrarmi: HVS=V, HVS=V, HVS=V...basta scalare bene e ritorno su. Rimetto in tiro la corda e scendo il tratto più verticale verso il mare.


Britomartis HVS 4c

Il camino di partenza della via sembra un tubo di fango e il mare è troppo vicino, non ci sono abituato. Con il vento a bestia non mi passa per la testa di mollare la corda, non la recupererei più; me la tengo nel secchiello e inizio a scalare, al massimo faccio un bungee jumping a pelo d'acqua...





La mancanza di peso mi fa stare subito meglio e la via per fortuna sembra più un IV, segno che mi ero concentrato male: arrivo all'uscita sui licheni alti come un prato senza problemi e recupero l'asolona. Tutto questo per dire che Conan the Librarian è incredibile! Dopo Britomartis sono andato a vedere le forme del movimento di Dawes, fatte prima diedro che esce dall'acqua, poi spigolo ed apertura verso il secondo diedro, sotto un tetto verso destra per entrare nel famoso traverso di 45m E6 (7b?) che attraversa l'arco della grotta. Impressionante. Non riesco ad immaginare le stato d'animo che possa spingere a calarsi per cercare di risalire lungo quella linea, ma capisco meglio perchè l'autore dice di se stesso “The weird thing about my climbing is that I do my best routes when I’ve got the most instability in my life”.


Conan the Librarian E6 6b

Conan the Librarian - T Rex - Wen



Holyday è poco accogliente quindi la prossima tappa è Tremadog, un paesino nell'entroterra all'inizio della Penisola di Lleyn con un unico incrocio a T, ma ben 4 pub. Vado subito a vedere la parete principale di Craig Bwlch y Moch, un po' nascosta dagli alberi appena sopra alla strada di fronte all'Eric Cafè.


Tremadog

Craig etc non sembra granchè e il fatto che pochi alberi la nascondano quasi tutta non la rende particolarmente attraente, in più si mette a piovere. Fausto era già al Cafè e decido di seguirlo: è una vecchia pompa di benzina che con i suoi vetri appannati promette salsicce, fagioli e patatine fritte, forse un vero caffè. Mi si presenta davanti Eric Jones, uno baffuto, ed in pochi minuti siamo seduti ad un tavolo ad ascoltare le sue avventure. Ha 75 anni, alto, sorridente ed è anche il proprietario delle salsicce: ci parla davanti alle immagini di scalate solitarie (Eiger due volte, Cassin al Badile nel '67), tuffi in base jump da grattacieli e antenne (il primo a tuffarsi dall'Eiger e l'ultimo volo fatto due settimane prima) e dell'attraversata dell'Everest in Mongolfiera compiuta con Leo Dickinson il quale in seguito scrisse “Filming the Impossible”, pubblicando una foto in cui è ritratto Eric mentre si arrampica all'esterno di uno dei palloni a causa di un problema a non so quale tubo.


Eric Jones e Fausto

Anche per molto meno uno verrebbe definito come un esagitato, invece Eric racconta tutto come se di momenti di ozio non ne abbia mai vissuti, ma nonostante questo ha accumulato un'esperienza di vita tale che i suoi racconti appaiono quasi normali. Ha smesso di piovere e mi accompagna in strada di corsa per mostrarmi le vie che lui ha fatto da solo qualche anno fa e che quindi, con in più l'uso delle scarpette, posso fare anch'io.
Valerie's Rib VS, Christmas Curry HS e Grim Wall VS che, nonostante lo “steep memorable finish” della guida si traducesse letteralmente in memorabile per un cambio piede in placca in odore di muschio all'uscita che mi ha preso buoni 10 minuti, sono tutte vie abbastanza facili, sugli 80m al massimo di roccia simile al granito, iper frequentate nonostante questo le renda ancora sufficientemente ruvide.
Eric ci ospita all'interno di un deposito che ha allestito come camerata per grandi masse di arrampicatori: il letto a castello più grande mai visto ha un aspetto militaresco; dopo qualche notte passata in auto in due, è bello riapprezzare le distanze e ci mettiamo agli estremi con i sacchi a pelo.







Black Mountains

Il resto è tanta pioggia e paesaggi idilliaci fatti sempre di cieli tormentati, prati verdi e infinite pecore per altre 600mi, passando per Pembroke fino a Stonehenge (dove pochi in Galles sembrano esserci stati), le Black Mountains e di nuovo a Llanberis per usare la drying room dell'ostello per l'ultima volta dalle 2 di mattina fino a prima dell'apertura. Grazie al gestore, anche se non lo sa, ma soprattutto a Fausto per la pazienza e l'ottima capacità di adattamento.
Adesso divido il materiale e restituisco tutto.

1 commento:

  1. Bel viaggio... tanta sostanza e pochi fronzoli come una birra non filtrata! Mandi, F.

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